Il capo dello Stato a ‘Che tempo che fa’ parla in vista delle elezioni di maggio: « Ciò che è scritto nei trattati è irrinunciabile ». E sul lavoro: « Bisogna garantire che i giovani non paghino per gli anziani ». Non mancano i ricordi: da quel primo viaggio fuori dai confini nazionali, a Praga, all’abbraccio col presidente tedesco a Sant’Anna di Stazzema
ROMA – « Dai ricordi – quel primo viaggio all’estero a Praga nel 1946, certo, ma anche l’abbraccio con il presidente tedescoJoachim Gauck a Sant’Anna di Stazzema e poi l’incontro con il cancelliere tedesco Willy Brandtnel 1989 a poche ore dalla caduta del muro di Berlino – all’economia sociale di mercato che è « irrinunciabile » per l’Europa. Dalla necessità di ridurre il debito « non per l’Ue ma per i nostri figli », alla consapevolezza che se anche « dovessero vincere gli euroscettici, l’Europa non torna indietro ». Non da ultimo, un invito ai partiti affinché i temi europei, e non le faccende di casa, rimangano al centro della campagna elettorale che è appena iniziata.
A parlare è il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in un’intervista registrata nelle stanze del Quirinale, rilasciata a Fabio Fazio e trasmessa stasera inprime time nel corso della trasmissione Che tempo che fa. Una conversazione in vista delle prossime elezioni europee del 25 maggio che prende le mosse dal libro ‘La via maestra – L’Europa e il ruolo dell’Italia nel mondo’, frutto di alcuni incontri con il giornalista di Repubblica Federico Rampini.
« L’Europa per molti rappresenta soltanto la politica di austerità – ha detto il presidente della Repubblica a Fazio – ma l’Europa è nata per garantire la pace. Una pace che era stata brutalmente strappata due volte nel corso del Novecento: al centro dei due conflitti, c’era stata soprattutto la terribile contrapposizione tra Francia e Germania. Riconciliare Francia e Germania fu il primo capolavoro di coloro che realizzarono l’Europa unita » (video).
Oggi – prosegue Napolitano – « le istituzioni dell’Unione europea non sono riuscite a stabilire un rapporto più diretto con i cittadini innanzitutto in termini di informazione, di comunicazione come base di un coinvolgimento, del sentirsi in qualche modo partecipi delle decisioni e delle scelte che venivano fatte. Questo è un grosso tema che è oggi all’ordine del giorno »(…).